15.07.2019 23:33

Appunti sul punto nascite di Arco

Appunti sul punto nascite di Arco (in margine alla discussione sulla Mozione consiliare a Riva che ne propugna la riapertura) – luglio 2019

Alcune considerazioni sulla richiesta di riapertura del punto nascite di Arco.
1. In Sanità non si può ragionare solo in termini numerici e di costi, anche se bisogna necessariamente tenerne conto, visto che le risorse finanziarie non sono infinite.
2. In quanto alla questione sicurezza, sbandierata dai propugnatori della chiusura, la sicurezza del punto nascite di Arco, prima della chiusura, appariva del tutto paragonabile a quella degli altri Ospedali in Provincia.
3. Il punto nascite è il naturale completamento di qualsiasi Reparto di Ginecologia e Ostetricia (si sottolinea Ostetricia), che non può essere solo o poco più, come si vuol far credere, PMA (ovvero Centro di fecondazione assistita); con professionalità importanti che attualmente appaiono sottoutilizzate, comprese le ostetriche. Un’ostetrica che non fa nascere è quasi un controsenso, e diventa uno spreco di risorse umane, professionali ed economiche. Per fare un paragone di semplice comprensione, è come se in un Reparto di Chirurgia non si potesse operare, o in un Reparto di Medicina non si possano attuare terapie farmacologiche.
4. Il famoso “Protocollo” firmato a suo tempo tra i sindaci della Busa e l’Assessore alla Sanità Zeni, che sancì di fatto la chiusura del punto nascite in cambio di altri potenziamenti dell’Ospedale di Arco, non è un dettato biblico, è stato solo un modo di far trangugiare la succitata chiusura, già allora decisamente impopolare, ai Sindaci, e sottolineo Sindaci, non Consigli Comunali.
5. In ogni caso, la Mozione oggetto di discussione non è una decisione, che rimane di competenza della Giunta Provinciale, non è irrevocabile, ma è solo un auspicio, un auspicio che sicuramente è condiviso dalla maggioranza dei cittadini altogardesani
6. Se vogliamo parlare di numeri, come p. es. i famosi 500 parti/anno necessari, tali numeri c’erano fino a pochi anni prima della chiusura, e prima della decisione Provinciale di dirottare su altri ospedali tutti i parti potenzialmente a rischio; e, con la chiusura definitiva del punto nascite di Tione, sicuramente almeno una parte di quei parti verrebbero ad Arco; come è anche vero che il territorio di competenza, che ufficialmente è solo l’Alto Garda, non può essere confinato a questo (v. Malcesine, Limone, Idro, Tremosine, val Vestino). E, come è ben noto, i numeri dei territori limitrofi dipenderanno soprattutto, oltre che dalla vicinanza, dall’attrattività del prospettato punto nascite, che dipende da molti fattori ma soprattutto da fattori psicologici, come p. es. il passaparola e la credibilità che si costruisce in anni di lavoro.
7. Nessuno ha parlato, ma esistono, dei costi anche per la chiusura, come p. es i costi del cosiddetto Percorso Nascite, il percorso di accompagnamento delle partorienti altogardesane al parto, nonché i costi dei trasporti da e per gli altri punti nascite provinciali, compresi quelli, sicuramente molto costosi, dell’elicottero messo in campo in caso di parti precipitosi.
8. Esistono anche costi ambientali, che nessuno considera, di tali trasporti, e sicuramente anche dei costi umani e psicologici, da parte delle partorienti e dei loro familiari, costi solo in parte quantificabili ma presenti.
9. Infine, una considerazione finale sul ruolo degli Ospedali periferici, chiamati in Trentino anche di Valle, che oggi come oggi hanno un senso solo se in rete con gli altri Ospedali provinciali, cosa che in effetti è, e se dotati dei principali Reparti a bassa specializzazione, come p. es. Chirurgia generale e Medicina, in grado di garantire una buona assistenza per i problemi sanitari più frequenti. Un punto nascite va considerato a media specializzazione, quindi è giusto valutarne l’opportunità caso per caso, ma nel caso di Arco si ritiene che almeno una rivalutazione, tenendo conto delle considerazioni qui esposte, vada fatta in modo onesto e ponderato.

Paolo Barbagli
Portavoce Verdi dell’Alto Garda
Direttivo di Riva Bene Comune

Riva, 15.7.2019

 
 
 

 

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