10.03.2015 15:32

Un solo Centro sportivo in Busa ?

UN SOLO CENTRO SPORTIVO IN BUSA ?

Tra le tante idee condivisibili contenute nel PTC (Piano Territoriale di Comunità) in fase oramai avanzata di elaborazione, una in particolare spicca per la sua problematicità.

 

In pag. 34 del Documento preliminare al PTC, in fase di approvazione da parte dei Consigli Comunali dell’Alto Garda, si prefigura infatti (v. fig. ) una vasta area, in parte attualmente occupata dal Cementificio di Ceole, ma in gran parte da aree agricole di pregio, denominata “Area sportiva della Comunità”, destinata “a ospitare le future attività sportive della Comunità” (Ambito strategico C: progetto mirato C3).

 

 

Difficile risulta quantificare l’area, anche perché le perimetrazioni cartografiche sono solo indicative e risultano diverse in mappe diverse, ma sicuramente si tratta di molti ettari, almeno 20, di terreno agricolo di pregio, e quindi di campagne, in una delle poche aree della Busa finora preservate dall’urbanizzazione avanzante.

Si tratta comunque (pag. 51) di un “nuovo polo sportivo che finalmente sarà a disposizione per l’intera piana, una concentrazione delle attività sportive sparse nel territorio”.

Che dovrebbe quindi, secondo gli estensori del Piano, “concentrare” in quest’unica zona tutte le attività sportive della Busa, che attualmente sono sicuramente più di una decina (Arco centro, Vigne, Bolognano, piscina di Prabi, S. Giorgio, Riva stadio Benacense, S. Alessandro, Varone, Riva Rione, Riva 2 Giugno, piscina Meroni). Affermazione peraltro contraddetta nelle risposte alle numerose Osservazioni contrarie giunte, in primis quelle del sindaco di Riva Mosaner, del Partito Democratico di Riva, del Consigliere di Riva Paolo Matteotti, di diverse Associazioni ambientaliste, della Coldiretti. Alle quali si risponde affermando invece che “non rientra tra gli obiettivi del Doc. Prel. trasferire tutte le attrezzature sportive presenti nel territorio della Comunità in un unico polo. Le attività da trasferire riguardano prevalentemente quelle presenti in fascia lago, in primo luogo il campo da calcio della Benacense, la cui dismissione come campo da calcio è prevista dal Piano della Fascia Lago, strumento urbanistico del Comune di Riva del Garda.”

Non risulta pertanto chiaro se questo nuovo “polo sportivo-ricreativo” sia da considerare aggiuntivo (ad eccezione del Campo Benacense) o sostitutivo di quelli esistenti.

In ogni caso, la sottofirmata Associazione politica si dichiara contraria  a questa ipotesi, richiamandosi in parte anche alle Osservazioni presentate fin dal 2002 dall’Associazione “Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro” sul progetto “Fascia lago” dallo stesso firmatario dell’attuale Documento Preliminare al PTC, arch. Alberto Cecchetto, che già prevedeva lo spostamento del Campo Benacense, e che con ostinazione persegue tuttora questo obiettivo.

“A parte l’enorme costo dell’operazione non se ne vede né la necessità né l’utilità... Ed il nuovo stadio andrebbe comunque ad occupare dell’altro spazio verde, in una zona come l’Alto Garda dove gli spazi sono ormai pressoché inesistenti”. Alle quali si aggiungono nuove Osservazioni nel 2006: “A queste considerazioni si aggiungono ora ulteriori perplessità di ordine logistico (il nuovo Stadio dovrà necessariamente occupare una posizione molto più decentrata e lontana dalla città, allontanandosene anche psicologicamente) e storico-estetiche (l’attuale costruzione è un importante esempio di architettura del primo Novecento (Giancarlo Maroni, l’architetto del Vittoriale) che ne impongono la conservazione e valorizzazione.”

A quanto già detto in queste Osservazioni, che si recepiscono in toto, va aggiunto che una centralizzazione degli spazi sportivi e ricreativi della zona in un’unica area, oltre a “consumare” ulteriore prezioso spazio agricolo, determina la perdita di aree aggregative, giovanili e non, in tutti i vari centri della Busa, con gravi future ripercussioni sociali, oltre ad essere, in un periodo di contrazione delle risorse pubbliche, un inammissibile spreco di denaro pubblico, usato prima per creare questi centri, alcuni dei quali recentissimi o comunque ammodernati da poco, poi per dismetterli, esponendo tali aree a molto probabili nuove edificazioni, e non certo a riconversioni agricole; ad un aumento del traffico veicolare con relativo inquinamento, visto che strutture “sotto casa” verranno sostituite con una struttura distante diversi chilometri dai maggior centri urbani. E senza dimenticare le infinite prevedibili diatribe sulla eventuale destinazione dell’area dello Stadio (Miralago docet).

 

Verdi dell’Alto Garda

Il Portavoce

Paolo Barbagli

 

Riva, 10.3.2015

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